…DA E VERSO IL MARE…

“Il Sangue Limpido del Mare”, il cui format è firmato dall’Associazione Culturale immaginARTE, è uno spettacolo che unisce più linguaggi artistici in un unico respiro: da quello letterario, cinematografico, teatrale, musicale nel quale viene affrontato l’attuale tema dell’immigrazione ma anche delle discriminazioni e degli stereotipi di genere attraverso il racconto di una giovane donna che parte dall’Africa per scappare dalla guerra, lasciando gli unici affetti che le sono rimasti: una bambola di pezza ed un cucciolo.

SINOSSI

Il Sangue Limpido del Mare“, il cui format è firmato dall’Associazione Culturale immaginARTE, è uno spettacolo che unisce più linguaggi artistici in un unico respiro: da quello letterario, cinematografico, teatrale, musicale nel quale viene affrontato l’attuale tema dell’immigrazione ma anche delle discriminazioni e degli stereotipi di genere attraverso il racconto di una giovane donna che parte dall’Africa per scappare dalla guerra, lasciando gli unici affetti che le sono rimasti: una bambola di pezza ed un cucciolo.
Si imbarca in un “viaggio della disperazione”, col sogno di tornare ma anche col sogno di trovare una nuova vita; durante il viaggio teme il mostro del mare delle leggende, Scilla, e realizza che forse è molto più di una leggenda, solo che non era come lo immaginava.
Giunta a terra viene incantata da chi le promette un futuro luminoso, ma man mano che procede vede i suoi compagni in semi-schiavitù, i suoi sogni sbriciolarsi.
Le stelle diventano di pietra e “la terra promessa non è più né terra né promessa”, e si ritrova infine nella schiavitù della prostituzione.
La protagonista racconta, sotto forma di fiaba, seppure una fiaba con risvolti drammatici, ma anche di speranza verso il futuro, che in quell’abisso trova un tesoro: si rivela un’altra parte della sua natura e si innamora di una compagna di sventura.
Questo amore le dà la forza di ritornare.
Incontra di nuovo le sue stelle, che tornano sempre più luminose; incontra di nuovo Scilla, che adesso reputa amica poiché non teme più alcun mostro del mare dopo aver incontrato quelli della terra.
La protagonista finisce come in un “cerchio”, col ritorno e la voglia di partire di nuovo, a recuperare qualcuno e qualcosa di molto importante.
Vengono usati molti simboli per far giungere il messaggio dell’autore come ad esempio la ragazza africana, povera nella terra più ricca, Scilla, e cioè i nemici immaginari che temiamo trascurando quelli veri che siedono accanto a noi.
Le tre condizioni (di immigrata, di prostituta e di omosessuale) sono accomunate dal terreno della discriminazione e del disprezzo.
Il suo essersi ripresa la sua terra, ben decisa a viverci e a difenderla, la stimola a fare la stessa cosa con i suoi sentimenti, la sua sessualità, la sua immagine:
poiché non è giusto che dobbiamo vivere braccati da impostori ma dobbiamo riprenderci la vita, cosa implichi, e cacciare gli intrusi a testa alta. E in ogni ambiente, per quanto negativo, può sempre esserci qualcuno che ci aiuta e ci spinge a realizzare tutto questo.
La performance, il cortometraggio, il libro appaiono come una fiaba delicata e passionale allo stesso tempo, dove la Musica e le parole cantate, assieme al video che accompagna ogni istante della pièce, divengono come onde marine che portano ora al dolore ora all’amore ora alla scoperta ora ad un viaggio senza confini e alla battaglia di una donna alla conquista di sé e dei diritti negati….

Il Mare, come simbolo di purezza. Il mare che unisce e che separa. Un mare musicale e infinito. Poetico. La
stessa poesia che ha addolcito le voci di quelle anime disperate. Bellezza allo stato puro. Non ci sono altre parole, è stata una serata magica. Grazie Stefania!

recensione su LeSiciliane Casablanca n.42


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